Il Venerdì Santo le “congree” compiono il loro pellegrinaggio: “uno storico camminare” attraverso i casali che fanno da corona al Monte della Stella, cuore del Cilento Antico.
I “pellegrinaggi” del Monte della Stella
Fin dal mattino, dopo la vestizione, i confratelli lasciano il paese di appartenenza intonando i canti “della Passione” e in devota penitenza iniziano il cammino tra le parrocchie designate. Secondo la tradizione, di anno in anno, ogni confraternita formula un percorso stabilendo i “Sepolcri” da visitare. Un sistema circolare che nel corso del tempo porta ogni “congrea” a toccare i sepolcri allestiti in tutti i villaggi della montagna. Le rotte si incrociano in una o più parrocchie, omaggiandosi a vicenda, in segno di rispetto e riconoscenza. Si originano così “le processioni delle congree”, antico rituale molto sentito fin dagli inizi del secolo scorso che sopravvive alle insidie del tempo e calca una delle pagine cilentane più rappresentative.
I riti del della “Passione” e la visita ai “Sepolcri”
Arrivati nel primo centro, meta del pellegrinaggio, attraversano le principali vie del paese con i loro canti devozionali, fino a giungere alla parrocchia in cui è allestito il “Sepolcro”. I germogli di grano, preparati dai fedeli nei giorni antecedenti il triduo pasquale, sono disposti sull'Altare rendendo l'atmosfera ancor più veritiera, catapultando l'animo a ripercorrere le sofferenze del Cristo. Qui si esprime la massima contemplazione, portando in scena i caratteristici rituali con i canti “dell'Agonia” e “del Pianto della Madonna”. Terminata la visita, i confratelli riprendono il cammino e raggiungono la meta successiva, fino a chiudere “il cerchio”. In genere, il rientro nella sede di appartenenza, è previsto all'ora in cui si celebra la “Passione di Cristo”, al fine di partecipare con le loro funzioni nel paese di appartenenza. E' dunque questo il momento più significativo della vita degli associati, la tappa fondamentale che ogni confratello compie tra le diverse ricorrenze dell'anno.
In alcuni centri, la “Passione” e le “funzioni”, sono intervallate dalla processione del “Cristo Morto”, attivando un iter devozionale ancor più carico di spiritualità, tenendo in vita una tradizione ormai secolare.